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Lo standard ISO/IEC 20000 raccomanda l'utilizzo del ciclo PDCA (Plan - Do - Check - Act) per l'implementazione di tutti i processi, e definisce le varie fasi come segue:
Nella fase di Pianificazione, vanno considerati, come parte del piano, i seguenti punti:
Nella fase di implementazione, invece, vanno tenuti presenti, tra le altre cose, elementi quali l'allocazione delle risorse (anche finanziarie) e delle responsabilita', come da piano. Qui in realta' non si inventa nulla, ma si segue il piano preparato alla fase precedente fino alla completa implementazione dello stesso. Skill di Project Management tornano molto utili in questa fase (ma in realta' in tutte le fasi dell'implementazione).
Nella fase di controllo, chi si occupa di implementare, si deve assicurare chevi siano metodi opportuni per il monitoraggio e misurazione dei processi implementati. Affinche' questi siano parte integrante del sistema di gestione e' necessario che questi siano stati pensati gia' in fase di pianificazione. Queste misure danno il polso delle performance dei processi e possono permettere l'identificazione di aree di attenzione sulle quali lavorare. Un altro metodo utile all'identificazione di aree di intervento sono le ispezioni (audit), che verificano l'aderenza dello stato di fatto ai piani precedentemente elaborati.
Nella fase di Azione e Miglioramento ci si basa, in generale, sui risultati della fase di controllo per pianificare ed indirizzare le azioni di miglioramento a quelle aree ove l'azione puo' portare i massimi benefici per i clienti. Non appena tutte le azioni sono identificate ed applicate, si puo' iniziare un ulteriore iterazione del processo PDCA per continuare a migliorare l'implementazione del Service Management.
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In questo post andiamo nel dettaglio dello standard ISO 20000, analizzandone una delle prime parti: il sistema di gestione o "management system". Nello standard, l'obiettivo del sistema di gestione e' quello di fornire le politiche (policies), procedure ed il contesto (framework) per consentire una effettiva gestione ed implementazione dei servizi IT.
Questa parte dello standard si articola in tre porzioni:
La responsabilita' del management si articola prevalentemente nelle seguenti attivita':
I requisiti documentali sono, tutto sommato, quelli classici, ed includono i seguenti:
E' abbastanza interessante il peso che viene dato alla parte di competenza, conoscenza e training. Si dice esplicitamente che i ruoli e le responsabilita' vanno mantenute insieme alle competenze relative. Forse nulla di rivoluzionario, ma di certo dato troppo spesso per scontato. Un processo di verifica delle competenze e dei bisogni di training viene esplicitamente menzionato come parte dello standard, cosi' come la necessita' di assicurare che tutto lo staff sia conscio dell'importanza delle proprie attivita' nel raggiungere gli obiettivi di service management. Questa parte viene analizzata, in qualche dettaglio, nella seconda parte dello standard (code of practice) nelle diversi fasi, ed in particolare nelle seguenti:
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Il 29 Gennaio 2009, alle ore 14.45 presso la Sala San Domenico - Santa Maria delle Grazie - Convento Padri Domenicani in Via G. Antonio Sassi, 3 a Milano vi sara' un seminario organizzato da Fondazione IRSO in collaborazione con AICA sul tema delle professioni ICT.
Il seminario, il nono di un ciclo dedicato da Fondazione IRSO al tema del "lavoro della conoscenza", partirà dal confronto tra il framework EUCIP, lo standard europeo del CEPIS di riferimento per le competenze e i profili professionali informatici, e il modello di Fondazione IRSO sviluppato per tutte le professioni.
A seguire ci sara' un dibattito fra i panelisti e i partecipanti sulle strategie, sulle esperienze di successo e sulle leve per migliorare produttività, innovazione e qualità del lavoro.
La partecipazione è gratuita previa iscrizione inviando una e-mail a maria.laplaca@irso.it.
Maggiori info e programma dell'incontro sul sito AICA.
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L'OGC (Office of Government Commerce, UK), che ha battezzato sia le best practices ITIL che PRINCE2, ha anche formalizzato delle best practices di Program Management (http://www.best-management-practice.com/Programme-Management-MSP/), aggiornate nel 2002.
Parleremo del Programme Management come disciplina più in là, per il momento basti sapere che spesso progetti grandi e complessi sono spesso suddivisi in un insieme di progetti più piccoli (quindi più gestibili) e correlati. A questi progetti si aggiunge uno strato di management che è appunto il programme management. Ovviamente la declinazione OGC del Programme Management si integra perfettamente con PRINCE2 (http://www.itil-italia.com/prince2.htm).
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Il titolo in inglese sarà: "Delivering IT Services using ITIL, PRINCE2 and DSDM Atern". L'uscita dell'interessante libro, parte della collana ufficiale su ITIL v3 dal TSO, è programmata per l'estate 2009. Offre consigli pratici per fornire servizi IT usando i tre framework:
Oltre a discutere i tre framework, ne fornisce un sommario e descrive le aree di attenzione nell'implementazione degli stessi.
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Il volume su Service Strategy in ITIL v3 offre una guida su come sviluppare ed implementare il Service Management come un asset strategico dell'organizzazione e non solo come una capacita' operativa.
L'obiettivo principale di questo volume e', in altre parole, di invitare i service providers a pensare ed agire in modo strategico.
Alcuni delle domanda a cui viene data risposta nel Service Strategy, sono le seguenti:
Alcuni Principi chiave del Service Strategy sono i seguenti:
I processi che fanno parte di questa fase del lifecycle sono i seguenti:
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La prima edizione dell'ITIL Version 3 News è stata rilasciata dal TSO. I contenuti includono:
Per maggiori informazioni e per scaricare la versione digitale delle News andate su: http://www.itsmfi.org/content/itil-version-3-news-1st-edition-autumn-nov-2008
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Il titolo completo sara': "Making IT - I servizi IT: risorsa strategica per lo sviluppo, Quinta Conferenza Annuale itSMF Italia". La conferenza avra' luogo a Milano, il 12 Novembre 2008, come da tradizione, presso l'Atahotel Executive di Via Don Luigi Sturzo, 45.
Il programma completo e' disponibile al seguente indirizzo: http://www.itsmf.it/download/PERSONAL4~CONFERENZA_ANNUALE2008/itSMF_CONFERENZA_ANNUALE08.pdf
Tra gli argomenti piu' interessanti, senza dubbio la valutazione strategica sullo stato di adozione di ITIL V3 a livello internazionale e nel nostro mercato da parte del nuovo presidente itSMF italia, Stefano Bellin.
Altrettanto interssante la tavola rotonda sul ruolo che la scuola e l’Università, possono giocare, animata del Vice Presidente Marco Cipelletti, e rappresentanti di tre Business School: SDA Bocconi, School of Management del Politecnico di Milano e SAA, la Scuola di Amministrazione Aziendale di Torino.
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Fra luglio e agosto 2008 sono state pubblicate da parte di APM Group delle versioni definitive dei Syllabi per le qualificazioni di livello Intermediate all’interno del “Qualification Scheme” di ITIL V3
In questi documenti sono descritte nel dettaglio le informazioni e le conoscenze che il candidato deve possedere per poter superare con successo gli esami di certificazione previsti dal livello Intermediate dello Schema di Qualificazione ITIL V3.
Come visto in un post precedente le certificazioni sono suddivise in diversi "Stream". Le conoscenze sono, in dettaglio le seguenti, organizzate per "stream":
1. Capability Stream:
2. Lifecycle Stream (qui gli argomenti seguono la classica divisione dei libri ITIL v3):
3. Managing Across the Lifecycle Certificate Syllabus
I syllabi possono essere visualizzati dal sito ufficiale ITIL v3 a questa pagina: http://www.itil-officialsite.com/Qualifications/ITILV3QualificationScheme.asp
In ognuno di questi documenti il candidato può trovare informazioni utili in merito ai prerequisiti e ai criteri di eleggibilità per ogni qualificazione, così come un dettagliato elenco dei contenuti che il candidato deve dimostrare di conoscere e il relativo livello di comprensione (Level of Difficulty) secondo lo schema di apprendimento indicato dalla Bloom taxonomy.
Per ogni area di contenuti (unit), inoltre, viene indicato il riferimento ai paragrafi dei CORE Books che coprono gli argomenti oggetto di certificazione e viene anche suggerito il numero minimo di ore di studio.
A completare la descrizione di ogni singola qualificazione, il syllabus riporta anche indicazioni sul materiale di studio, sulle esercitazioni, sui training e sulle modalità di esame.